M9

Il Novecento in 900 secondi

Un’installazione video immersiva per orientarsi tra passato, presente e futuro, realizzata per M9 – Museo del '900.

1900 clip. 15 minuti.
Un secolo ancora vicino.

Per il compleanno del Museo del '900, abbiamo realizzato “Novecento” un video immersivo site-specific, progettato appositamente per la nuova sala Orizzonti. Il filmato, composto da oltre 1900 frammenti video presenta una narrazione sintetica e densa, pensata per introdurre il visitatore al secolo che ha trasformato il mondo.

Un ambiente visuale modulabile

La nuova Sala Orizzonti è uno spazio immersivo e flessibile, pensato per accogliere linguaggi visivi contemporanei. Le proiezioni perimetrali in formato panoramico si combinano con teli motorizzati centrali, che appaiono e scompaiono all’occorrenza. È possibile attivare solo il perimetro, solo i teli, oppure sincronizzare tutto per un’esperienza a 360°.

L’immagine diventa spazio. Lo spazio si fa immagine.

Progettata in sinergia con Salottobuono, la sala ospita video, installazioni, mostre temporanee ed eventi. Le immagini in grande scala espandono i limiti dello spazio ed il suono porta lo spettatore in un altro tempo.

400 mq

superficie sala


300 mq

superfici proiettate

8

schermi mobili quadrati

5

proiezioni perimetrali

18 mt

schermo più lungo

3 x 3 mt

dimensioni degli schermi quadrati

29072 px

lunghezza in pixel delle composizioni

360°

l’effetto audio e video

Un intero secolo in un singolo video?

Il Novecento è stato il secolo dell’accelerazione: nei trasporti, nella tecnologia, nella comunicazione, nei diritti, ma anche nei conflitti. In pochi decenni abbiamo cambiato pelle, ruolo, orizzonti. La nostra sfida è stata condensare tutto questo in un flusso visivo coerente e coinvolgente, capace di restituire l’energia e le contraddizioni del tempo. L’aiuto dei curatori di M9 è stato fondamentale per orientarci in un secolo dominato dalla riproduzione tecnica dell’immagine — e dall’industria che le ha dato forma e diffusione.

Una super grafica che non spiega, impone.

Nel Novecento la grafica non sussurra: grida. Abbiamo scelto testi oversize, giustapposti, crudi, per mimare l’energia dei manifesti di protesta, dei volantini militanti, della tipografia ribelle degli anni ’70. Una grafica che non chiede attenzione, la pretende. Un omaggio visivo alla comunicazione politica, ai segni nati per essere visti da lontano, ai caratteri che non cercano eleganza ma impatto.

Numeri che si misurano con il corpo.

Anche l’infographic non è decorazione né didascalia: è esperienza corporea, misura tangibile dell’incommensurabile. La visualizzazione dei dati più significativi avvolge il fruitore in una sintesi visiva dal forte impatto emotivo. Quando i numeri sono troppo grandi per essere compresi, serve un’altra scala: quella del corpo umano. Con questo idea in mente abbiamo trasformato l’infografica in ambiente: le cifre che raccontano le grandi guerre, le migrazioni, le densità urbane o l’Antropocene non vivono più solo su uno schermo ma circondano lo spettatore che è costretto ad un ‘corpo a corpo‘. Perché dietro ogni dato, c’è sempre una vita. E dietro ogni scala, una scelta etica.

Un montaggio che diventa linguaggio.

Ripetizione, ritmo, asincronie, uno stile di montaggio che richiama tanto la meccanica della riproduzione tecnica quanto la poetica delle avanguardie e si fa coreografia. Loop e micro-sfasamenti sono stati utilizzati come citazioni visive della riproduzione tecnica, ma anche come omaggi ai gesti minimi delle avanguardie storiche. Nel montaggio non ci siamo limita a raccontare, ma abbiamo cercato di interrogare la memoria visiva del pubblico, sfidandolo con ritmi spezzati, eco improvvise, dissonanze temporali.

Due voci per un secolo in disaccordo

Per raccontare un secolo così pieno di contraddizioni, serviva più di una voce. Abbiamo scelto un punto e un contrappunto: due timbri, due prospettive, due modi di leggere gli stessi eventi. Una narrazione a due voci — mai neutrale — che fa emergere le tensioni tra bene e male, luce e buio, progresso e trauma. Una struttura che diventa scelta stilistica e politica: non un commento univoco, ma un dialogo, a volte serrato, a volte dissonante, che attraversa le immagini e le epoche.

Cliente: M9.
Film: Novecento. Il migliore e il peggiore dei secoli. Dedicato al futuro.

Produzione: Studio Visuale
Regia: Francesco Pia
Scrittura e curatela: Livio Karrer e Michelangela Di Giacomo
Copywriting: Roberto Pizzato
Montaggio: Alice Musi e Francesco Pia
Visual e motion design: Marta Pulin
Graphic design: Daniele Balcon

Sound design e missaggio: Enrico Lenarduzzi
Voice over: Valentina Framarin
Studio di registrazione: The Basement Federico Pelle

Brani musicali
Gigliola Cinguetti, Non ho l'età (Per amarti) - 1964
Snap, The Power - 1990
Mina, Parole - 1972

Si ringraziano i seguenti archivi per le immagini
E-geos, Istituto Luce, Google, Nasa, Adi Design Museum, Rai Teche, Archivio Fotogramma, Archivio M9

Archivi contributori:
Gettyimages, Stocksy, Shutterstock, Filmsupply, Artgrid.

Hanno collaborato al progetto della immersive room M9
Salottobuono
Matteo Ghidoni e Marzia Maria Minelli

Studio Visuale
Creative direction e project lead Francesco Pia
Art direction e project management Daniele Balcon
Project team: Corrado Loschi, Leonardo Gava, Alberto Vittadello (Cibo), Marta Pulin, Alice Musi

Fornitura multimediale
Murer - cantieri audiovisivi

M9
Michele Bugliesi, Livio Karrer, Claudia Biotto, Michelangela Di Giacomo, Antonio Rigon, Luca Molinari

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Il Novecento in 900 secondi
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